Se conosci anche solo un pochino l’ottimizzazione per i motori di ricerca avrai sicuramente sentito parlare di SEO On page.
Che tu voglia creare un sito web o che voglia ottimizzarne uno già esistente, in questa guida ti spiegherò cos’è l’ottimizzazione SEO On Page (On site) e quali sono gli aspetti che devi assolutamente tenere in considerazione per poter primeggiare su Google.
Sommario
- Seo On Page e Off Page
- Come eseguire l’ottimizzazione SEO On page di un sito web
- Ricerca parole chiave
- La struttura del sito e del menu
- Strutturare gli URL
- Inserire i breadcrumbs
- Markup di Schema.org
- Linking interno
- Sitemap.xml
- Robots.txt
- Rel Canonical
- Ottimizzazione delle immagini
- Velocità del sito
- Mobile first index
- Core Web Vitals
- Title, meta description, header tag
- SEO Copywriting – scrittura dei contenuti
- Evita gli errori
- Tool
- Conclusione
Seo On Page e Off Page
Prima di addentrarci nel pieno dell’articolo è doveroso accennare brevemente la differenza tra SEO On Page e Off Page. Come avevo già spiegato nella mia pagina introduttiva alla SEO (Search Engine Optimization), esiste una distinzione di approccio tra le due strategie/terminologie.
- La SEO on Page, definita anche SEO On Site, è il punto di partenza indispensabile per ottimizzare un sito web per i motori di ricerca e comprende tutte quelle attività che vengono svolte sul sito. Tra queste annoveriamo: miglioramento velocità del sito, architettura, URL, contenuti ecc.
- La SEO off Page comprende invece tutte quelle azione volte a migliorare il ranking di un sito nelle SERP di Google tramite attività esterne come azioni di link building, digital pr ecc. (ll ranking è la classifica dei risultati che Gooogle presenta nelle sue pagine, in base a determinate query di ricerca, ordinati per rilevanza e pertinenza secondo il suo algoritmo)
Una precisazione: nella maggior parte dei casi la terminologia On Site e On Page è utilizzata come sinonimo. Anche se nell’articolo non farò differenze, personalmente preferisco associare il concetto di On Site agli aspetti più tecnici che toccano il sito web in generale (pulizia del codice, struttura del sito, URL ecc ecc). Il termine On page lo associo maggiormente all’ottimizzazione della singola pagina da un punto di vista di contenuti, di gestione degli header tag, dei meta tag e degli elementi più tecnici.
Se preferisci puoi guardare anche la versione video dell’articolo:
Come eseguire l’ottimizzazione SEO On page di un sito web
Da questo punto in poi ti elencherò tutti gli aspetti fondamentali per ottimizzare al meglio il sito per i motori di ricerca e per avere di conseguenza una base solida per iniziare a competere su Google.
Ricerca parole chiave
Una buona Keyword Research è il punto di partenza necessario a capire come gli utenti cercano i servizi e i prodotti legati al tuo business.
Come già spiegato nel mio tutorial sulla ricerca delle parole chiave, uno studio approfondito ti permette di delineare le tematiche che il tuo sito deve trattare in termini di struttura e di contenuti. Dalle keyword, dai volumi di ricerca e dalla competition in SERP puoi capire quali parole sono più rilevanti di altre e quali utilizzare e replicare all’interno del menu, in pagine precise del sito o negli articoli del blog.
Associare quindi una tematica precisa a ogni singola pagina ti aiuta nel posizionare un determinato contenuto per una o più query di ricerca.
Dalla ricerca delle parole chiave arriviamo all’aspetto che reputo più importante di tutta l’ottimizzazione SEO On Page ovvero la creazione della corretta struttura del sito.
Come l’architetto parte dalle fondamenta per disegnare una casa, anche il SEO Specialist deve essere in grado di creare una struttura logica e ben bilanciata. Capita ancora di vedere siti web completamente destrutturati e non pensati per l’utente e per il motore di ricerca, con pagine orfane al loro interno e pagine completamente inutili per l’utente (thin content) posizionate in zone più o meno rilevanti.
Da questa organizzazione strutturale si delinea poi il menu di navigazione che deve essere chiaro e snello.
Struttura in ottica SEO
Una struttura pensata in ottica SEO e utente (UX) permette di avere questi vantaggi:
- miglior usabilità in termini di logica di navigazione da parte dell’utente
- chiarezza e rilevanza nel presentare i contenuti reputati importanti
- migliore comprensione dei percorsi di navigazione da parte di Google Bot
- miglior risparmio di budget di crawling
Pensare già prima della pubblicazione online di creare un sito con la giusta gerarchia di pagine a livello di struttura e di menu è sicuramente il punto di partenza principale per ottimizzare un sito per i motori di ricerca.
Esempio: riprendendo la metafora dell’architetto immaginati se questo, dopo aver fatto costruire un palazzo, inizia ad aggiungere balconi e terrazzi che non erano stati progettati dall’inizio. Riuscirà ad aggiungerne 2 o 3 ma poco dopo la casa potrebbe iniziare a sbilanciarsi e scricchiolare.
Lo stesso può accadere al tuo sito se dovessi aggiungere e far indicizzare pagine, categorie, tag, landing page senza nessuna logica e senza una buon internal linking.
Se vuoi approfondire questo esempio ti consiglio il mio articolo sulla gestione di tag e categorie!
Dalle parole chiave studiate quindi seleziona le tematiche e pensa alle divisioni possibili da fare almeno per le pagine prodotti e servizi. Oltre alle solite pagine fondamentali come Chi Siamo e Contatti struttura una navigazione a silos per i tuoi prodotti/servizi o per le pagine che meritano particolare attenzione.
Strutturare gli URL
Dalla struttura del menu si arriva a quella degli URL, altro aspetto importante per una buona ottimizzazione SEO On Page.
Gli URL naturalmente devono essere SEO Friendly, evitando di usare se possibile URL numerici, query o codici, che leggendoli, non fanno capire cosa la pagina tratta.
Quando si parla di creazione degli URL nasce sempre la diatriba tra indirizzi con nome pagina “secco“ (esempio nomesito.it/scarpe-da-ginnastica/) o preceduti da categoria (esempio: nomesito.it/scarpe-sportive/scapre-bianche/).
Per esperienza posso dire di non aver notato grandi differenze, il tutto dipende dalla tipologia di sito web e dalla sua grandezza.
Se parliamo ad esempio di un e-commerce, con un numero di prodotti contenuto, il mio consiglio è in linea di massima quello di strutturare gli URL con categoria e sottocategore, e di lasciare libero da gerarchia il nome prodotto, oppure distinguerlo con la “folder” /prodotto/nome-prodotto/.
Per comodità in caso di spostamento del prodotto da una categoria A alla B non si è obbligati a fare un redirect 301.
Esempio:
nomesito.it/serramenti/
nomesito.it/serramenti/pvc/
nomesito.it/prodotto/serramenti-pvc-bianchi/
Credo infatti che, lato Google e SEO, non ci sia tanta differenza di preferenza tra indirizzi con categoria o senza categoria. La categoria invece può essere utile per una facile gestione delle sezioni e delle pagine lato back-end e nelle analisi approfondite con Google Analytics. Inoltre la gerarchia può essere facilmente ripresa dai breadcrumbs inseriti in pagina.
I breadcrumbs sono un elemento fondamentale della SEO On Page. Definite “briciole di pane”, sono delle stringhe di link che inserite in pagina permettono all’utente di navigare a ritroso tra una sezione e l’altra. Utili all’utente e al motore di ricerca, soprattutto se utilizzate con schema.org, perché gli consentono di comprendere meglio la struttura del sito.
Proprio come dichiarato da Google gli utenti possono arrivare alla pagina da differenti percorsi e i breadcrumbs li aiutano nella navigazione. Inoltre Google utilizza il markup breadcrumbs nel corpo di una pagina al fine di classificare le informazioni dalla pagina nelle SERP dei risultati di ricerca.
Markup di Schema.org
Entriamo un po’ più nel tecnico dell’ottimizzazione On Site di un sito web. Google da diverso tempo ha inserito un sistema per strutturare i dati di un sito: Schema.org.
Questi dati forniscono una sorta di vocabolario univoco ai motori di ricerca per interpretare elementi di un sito e renderli loro più comprensibili.
Schema.org è un sistema molto dettagliato e complesso, che richiede buone doti di programmazione, in particolare conoscenza di J-SON, per inserire manualmente questi dati strutturati nelle pagine.
Se non sei esperto di programmazione, in rete, a seconda del CMS o della tecnologia con cui il sito è sviluppato, sono reperibili diversi plugin che possono aiutarti nell’inserire questi elementi. Se non ti piace questo approccio fatti aiutare dallo strumento offerto direttamente da Google.
Ricorda che generalmente i markup ora più utilizzati sono:
- Web Site
- Organization/Person
- Local Business
- Product & Offer
- Article
- Video
- Recipe
- Blog Post
- Contact
- Breadcrumbs
- Speakable versione Beta (ne avevo già parlato in questo articolo sulla Voice Search SEO)
Linking interno
Quando si parla di percorsi di navigazione chiari, rilevanti e logici non si può non far riferimento al concetto di linking interno.
Linkare le pagine importanti di un sito aiuta non solo a creare percorsi di navigazione utili all’utente e portarlo dove si desidera, ma anche a dare rilevanza ad esse sul motore di ricerca.
Un consiglio ed esempio: quante volte ti è capitato di perdere raking su Google con un articolo del blog pubblicato da molto tempo? L’articolo poteva trovarsi in una posizione importante o privilegiata all’interno del tuo sito ma poi è stato “superato” da altre pagine più recenti. Provare a linkare questa pagina in perdita da nuovi articoli, dalla home o da una zona importante e cliccata potrebbe farla ritornare ad essere più visibile anche in SERP.
Sitemap.xml
Per comunicare ai motori di ricerca la gerarchia e la presenza di determinati URL è sempre utile inviare tramite la Google Search Console la sitemap.xml del tuo sito, un elemento indispensabile della SEO On Page.
All’interno di essa devono essere presenti gli URL importanti che intendi far scansionare e indicizzare.
Oltre alla sitemap in formato xml potresti aggiungere anche quella in versione html, soprattutto per i siti di grandi dimensioni. Personalmente credo che in alcuni casi possa aiutare l’utente a orientarsi all’interno delle sezioni del sito.
Verifica sempre che nel tuo sito ci sia quindi la sitemap.xml, che venga aggiornata periodicamente e che contenga gli URL e le sezioni che meritano di essere indicizzare e posizionate.
Robots.txt
Avendo parlato di URL e di indicizzazione di un sito web arriviamo ora al robots.txt.
Questo file in formato .txt fornisce delle direttive a Google su quali pagine e sezioni scansionare. Nei paragrafi precedenti ho accennato il concetto di budget di crawling. Attraverso questo file è possibile quindi evitare di far scansionare sezioni del sito che non vuoi che vengano indicizzate.
Questo è un file molto delicato da lavorare, di conseguenza stai attento alle direttive che vengono inserite al fine di evitare errori o gravi de-indicizzazioni.
Rel Canonical
Il rel canonical è un tag che è molto importante per la buona salute di un sito web. Questo sistema permette, in parole davvero semplici, di gestire i duplicati, ovvero pagine con contenuto simile/uguale ma URL diversi.
Ad esempio se in un sito esistono diverse pagine con contenuti uguali tra loro, come pagine con versione mobile e desktop, per Google è come se esistessero versioni duplicate della stessa pagina (Guida di Google al canonical). Spesso questo accade spesso nei siti e-commerce per quanto riguarda la gestione dei colori dei prodotti o delle taglie. Grazie al rel canonical è però possibile gestire in tranquillità questa situazione.
Nel CMS come WordPress il canonical è presente di default ed è gestibile dai plugin SEO come Yoast. Spesso però nei CMS custom o siti in html non è gestito e implementato nel modo corretto. Il canonical come concetto è semplice da capire ma a livello di implementazione causa spesso dei problemi. Presta quindi attenzione.
Ottimizzazione delle immagini
Elemento fondamentale della SEO on page è sicuramente quella relativo all’ottimizzazione delle immagini.
Inserire immagini delle giuste dimensioni, compresse e rinominate nel modo corretto porta benefici sia al motore di ricerca sia all’utente.
Oltre al nome del file dell’immagine e alla dimensione di essa è altamente consigliato inserire l’attributo alt e title nell’html – ovvero il testo alternativo e il titolo dell’immagine.
Avere immagini compresse aiuta moltissimo a mantenere il sito veloce, cosa sempre più apprezzata dal motore di ricerca.
Leggi la guida completa all’ottimizzazione delle immagini per il web.
Velocità del sito
Aspetto sempre più importante e rilevante nell’ottimizzazione On Page è soprattutto quello legato alla velocità del sito. Un sito lento è poco fruibile e sicuramente offre una cattiva esperienza utente e non avrà successo nelle SERP di Google.
Per questo la velocità è diventata per Google un fattore di ranking ed è importante porre attenzione a questo aspetto.
Puoi utilizzare software che ti aiutano nell’analisi del sito e che ti suggeriscono i punti da migliorare. Alcuni di questi sono: GT Metrix, Light House e Page Speed Insight di Google e Web Page Test.
Le classiche problematiche che generalmente rallentano i siti web, segnalate ad esempio dai report di Gt Metrix, sono le seguenti:
- Enable gzip compression
- Serve scaled images
- Optimize images
- Defer parsing of JavaScript
- Minify JavaScript & CSS
- Remove query strings from static resources
Alcune di queste sono facilmente risolvibili con poche righe di codice da inserire all’interno ad esempio del file .htaccess, altre invece sono facilmente gestibili perchè riguardano le immagini e la loro dimensione e peso. Altre ancora hanno bisogno dell’intervento di un programmatore.
Mobile first index
Tra marzo e luglio 2018 Google ha annunciato il roll-out del Mobile First Index. Da quel momento Google prende in considerazione prima la versione mobile del sito e poi quella desktop e da li ne stabilisce il ranking su Google. Come dichiarato da Google l’indicizzazione prioritaria è sui contenuti mobile.
È quasi scontato dirlo ma il tuo sito deve essere responsive e ben ottimizzato anche per il mobile.
Aggiornamento: a marzo 2021 entrerà in gioco l’aggiornamento Google Mobile Only dove la versione desktop di un sito non sarà presa in considerazione nell’indicizzazione.
Core Web Vitals
Presta attenzione ai Core Web Vitals. I Web Vitals sono dei nuovi fattori che verranno introdotti da Google a maggio 2020. Questi nuovi parametri valutano e misurano l’esperienza dell’utente all’interno del sito web.
Nello specifico sono:
- LCP – Largest Contentful Paint: che misura il tempo di caricamento del contenuto più grande della pagina
- FID – First Input Delay: misura il tempo tra l’interazione dell’utente e quello di risposta del browser
- CLS – Cumulative Layout Shift: misura la stabilità della pagina (cambi di layout ecc)
Gli interventi richiesti sono molto tecnici e necessitano di ottime competenze a livello di programmazione e potrebbe essere necessario raggiungere compromessi anche a livello grafico e di UX. Ti consiglio di approfondire questa guida di Google.
Title, meta description, header tag
Arriviamo ora agli elementi più famosi dell’ottimizzazione SEO On Page ovvero i tag title, meta, description e header tag.
Brevemente:
- Title: ogni pagina deve avere un title, che identifica in una frase di circa 600 px (50/65 caratteri), il contenuto della pagina. Il title deve essere unico e univoco in tutto il sito web. È ancora un buon fattore di ranking che può fare la differenza in SERP. Se scritto bene può migliorare anche il CTR dello snippet.
- Meta description: non più fattore di ranking rilevante come qualche tempo fa, ma può influire sul CTR. Nella maggior parte dei casi suggerisco di compilare la description ma Google potrebbe comunque decidere di mostrare quella che lui ritiene più idonea per una determinata Query. Naturalmente non devono esserci duplicati nel sito.
- Header Tag: i famosi tag H1 – H2 – H3. Mi fermo qui, perchè reputo questi i più rilevanti lato SEO. Il tag H1 è il tag importante della pagina, generalmente si consiglia di utilizzarne solo uno per pagina poiché rappresenta il titolo principale, ma non c’è nessuna regola che vieta di utilizzarne un altro in pagina se le condizioni lo consentono. Nei siti one page ad esempio, in cui si trattano due argomenti diversi ma dello stesso “peso” si può tranquillamente utilizzarne due o più per dividere gli argomenti. Il tag H2 – è il sottotitolo dell’h1 e serve a dividere la pagina in ulteriori paragrafi e sezioni, mentre l’h3 è un sottotitolo dell’h2. Dovrebbero mantenere la gerarchia indicata.
SEO Copywriting – scrittura dei contenuti
Parlando di ottimizzazione SEO On Page, non si può non pensare ai contenuti e al fantomatico SEO copywriting, aspetto fondamentale e importante per il posizionamento di un sito. Scrivere contenuti interessanti e che portino davvero valore al sito fa sicuramente la differenza nelle SERP. Linkare fonti autorevoli esterne è anche questa una buona prassi per permettere ai tuoi utenti di approfondire ciò che stanno leggendo.
E quanto devono essere lunghi gli articoli o i testi delle pagine? Nessuna specifica sulla lunghezza. Non esiste nessuna regola magica. Un contenuto si posiziona per la qualità e se riesce a soddisfare i giusti intenti di ricerca dell’utente e non per la lunghezza del testo.
Evita gli errori
Evita errori SEO che possono inficiare sul posizionamento. Attenzione agli URL rotti, ai loop di reindirizzamento e diffida immediatamente da chi ti consiglia ancora oggi tecniche di keyword stuffing, di nascondere il testo con lo stesso colore dello sfondo o in generale attività di sovra ottimizzazione. Creati una checklist per controllare di aver fatto tutto correttamente e ridurre il rischio di errore.
Tool
Per fare l’analisi di un sito, oltre all’esperienza, esistono però anche tool veloci, o meglio estensioni da browser, che ti aiutano ad avere a vista d’occhio una panoramica quasi completa degli aspetti fondamentali della SEO On Page da tenere in considerazione. Per Chrome consiglio l’estensione SEO Quake, per Safari SEO Doctor. Semplici e veloci, ti aiuteranno nel tuo lavoro!
Conclusione
Ho voluto creare questa guida perché credo che la SEO On Page e in generale l’ottimizzazione On Site sia la base per iniziare ad intraprendere un percorso di successo su Google. È uno dei fattori principali della Search Engine Optimization che, supportata da una buona strategia Off Page, rende il tuo progetto completo e performante.
Ciao Andrea! Davvero un ottimo articolo, interessante e completo. Assolutamente d’accordo sul keyword stuffing, da evitare come la peste. E non solo per il timore di una penalizzazione. Anche a patto di passarla liscia con Google, il contenuto rischia di diventare meccanico e illeggibile. Le persone atterrano sulla pagina ma poi scappano, rendendo vano e inutile il fatto stesso di averle intercettate.
Ciao Francesca,
grazie per il riscontro, mi fa piacere.
Comunque si, è una tecnica ormai quasi del tutto abbandonata ma in alcuni settori si vede ancora, soprattutto in quelli locali super competitivi e agguerriti.
Anche la ripetizione della keyword secca nei sottotitoli, soprattutto negli header tag h2, è abbastanza fastidiosa e da evitare per lo stesso motivo che segnali tu.
In realtà pensavo proprio al caso che stai menzionando! Grazie per aver dedicato tempo e attenzione alle mie parole.